Viaggi Lontani

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Viaggi Lontani

Esplorazioni fuori dal corpo

di Robert A. Monroe

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Viaggi Lontani – Libro

«Io sono più del mio corpo fisico…» Ecco il concetto fondamentale trasmesso da Robert Monroe in Viaggi Lontani e – più in generale – in tutta la sua opera. In questo libro, Monroe illustra i sorprendenti sviluppi delle proprie esperienze fuori dal corpo – le cosiddette OBE – e ciò che nel corso di questi vissuti ha appreso sui cicli di vita e di morte, sulle forme di vita non materiali, sullo sviluppo della coscienza e sull’esistenza dopo la morte.

Viaggi Lontani rappresenta una guida rivolta a chiunque voglia intraprendere l’esplorazione della coscienza e del proprio corpo e, al contempo, costituisce una cosmologia estesa che sfugge a ogni dottrina e a ogni sistema di credenze predeterminato.

«Per coloro che sono disposti a morire, c’è la vita. Per coloro che sognano, c’è la realtà. Per coloro che accettano di sperare, c’è la conoscenza. Per coloro che vogliono crescere, c’è l’eternità». – Robert Allan Monroe

Prefazione di “Viaggi Lontani”, libro di Robert A. Monroe

Stefano Roverso introduce il nuovo libro di Robert A. Monroe: “Viaggi Lontani”

La prima volta che sentii parlare di Robert Monroe fu durante un seminario di sciamanesimo tenuto da Sandra Ingerman, psicoterapeuta e sciamana, che lo citò fra coloro che avevano contribuito in modo determinante allo sviluppo della coscienza e della consapevolezza umana.

Disse che Robert Monroe aveva fondato negli Stati Uniti un Istituto che dagli anni ’70 si occupava di ricerca e di educazione dell’uomo attraverso gli stati di consapevolezza.

La cosa mi colpì profondamente.
Avevo letto molti libri esoterici e scientifici sugli stati di coscienza e sull’evoluzione spirituale, ma non sapevo assolutamente nulla di Robert Monroe e del suo Istituto.

Ingerman lo presentò come un ricercatore e un esploratore; non era il maestro di una scuola esoterica sconosciuta ai più, ma il capo di un Istituto di ricerca che si dedicava all’indagine della coscienza umana.

Al termine del corso avevo aggiunto un altro importante tassello alla mia formazione spirituale e, nutrendo una profonda stima nei confronti di colei che mi aveva parlato di Monroe, sentii subito il bisogno di ricercare maggiori informazioni su di lui.

Scoprii che l’Istituto aveva sede in Virginia e mi colpì particolarmente la descrizione della tecnologia Hemi-Sync, messa a punto da Monroe per aiutare a sincronizzare gli emisferi del cervello, un’idea del tutto nuova per me.

Mi domandai se questa tecnica potesse essere utile in un lavoro di evoluzione spirituale e se potesse permettere ai soggetti di accedere a stati di consapevolezza non ordinari. Avevo letto diversi libri sul tema, ed ero rimasto folgorato da Stati di Coscienza di Charles Tart, uno studioso che, peraltro, fu membro del comitato scientifico dell’Istituto.

Pensavo di saperne abbastanza, eppure intuivo che c’era qualcosa che mi sfuggiva.
Non mi era chiaro, poi, in cosa consistessero i “programmi educativi” proposti dall’Istituto e come tutto ciò potesse conciliarsi con la vita di Robert Monroe, che si diceva fosse in grado di vivere spontaneamente esperienze fuori dal corpo.

Avevo imparato in altre occasioni che quando nella mia vita qualcosa compariva senza rivelarsi pienamente ma senza nemmeno negarsi, significava che ero davanti a un crocevia: potevo ignorarlo e andare avanti o, al contrario, cogliere l’opportunità che mi si offriva e seguirla. Insomma, era una prova!

Così iniziai a cercare i referenti italiani dell’Istituto e, in generale, qualcuno che avesse frequentato i corsi di Monroe. L’unico centro attivo in Europa, però, era in Spagna, a Madrid.

Mi resi conto che ciò che veniva proposto dal Monroe Institute non poteva essere trasmesso attraverso i libri, ma andava sperimentato in prima persona. L’unico modo per proseguire era fidarmi del mio istinto, senza sapere in cosa mi sarei imbattuto. Avevo la sensazione di trovarmi a un bivio e di dover decidere in fretta se buttarmi a capofitto in questo studio oppure lasciare che la possibilità svanisse.

Mi domandai dove mi avrebbe portato tutto ciò, quanto avrebbe cambiato la mia vita e, soprattutto, se ero pronto per uscire dal mio corpo. Da ragazzo mi era capitato spontaneamente, ma ora?

Trovavo mille scuse, valutavo tutto razionalmente. Ero spaventato.
Ma l’altra parte di me, quella intuitiva e creativa, aveva già deciso: sarei andato, l’avrei fatto. Avevo accettato la sfida!

Mi iscrissi al Gateway Voyage in Spagna, il corso base della durata di sei giorni. Si teneva due volte l’anno ed era in lingua inglese. Finalmente avrei potuto accedere alle metodiche e alle esperienze, utilizzando la tecnologia messa a punto da Monroe e dal suo Istituto.

Io sono più del mio corpo fisico.

Questo è l’unico concetto che l’Istituto chiede di prendere in considerazione per partecipare ai suoi programmi esperienziali.

Dopo aver letto questa frase mi ritrovai a riflettere. «Certo» pensai, «sono d’accordo! Io sono più del mio corpo fisico! Ed è proprio quello che voglio scoprire da sempre; quanto di più io sono, cosa significa e come posso sperimentarlo!»

Per accedere ai programmi dell’Istituto non c’erano altri dogmi, regole, credenze e sistemi religiosi o filosofici da accettare o ripudiare. Avevo già avuto esperienze con “sistemi chiusi” e, nonostante avessi apprezzato la sicurezza e l’autosufficienza che garantivano, mi ero reso conto che non facevano per me.

Chi teneva il corso non si definiva “maestro”, ma “facilitatore”, perché ciascun individuo doveva essere responsabile del proprio apprendimento e della propria evoluzione. Avevo sempre amato e odiato il concetto di “maestro”, e d’altra parte non ero mai riuscito a trovarne uno, o a fidarmi di chi diceva di esserlo.

In quel caso mi sentii subito a mio agio, sapevo che dovevo contare su di me innanzitutto, sebbene avessi il supporto di un facilitatore al quale potevo porre domande e chiedere informazioni e che poteva trasmettermi conoscenze, tecniche e metodi. Il facilitatore mi piacque, era una persona con grande esperienza e preparazione; aveva curiosità, passioni e desideri e non era infallibile, ammetteva i propri limiti e stimolava ciascuno dei partecipanti a trovare le proprie risposte.

L’esperienza del Gateway Voyage si rivelò subito una delle più importanti – se non la più importante – che avevo mai fatto. In una settimana riuscii a sperimentare stati di consapevolezza particolari, e le condizioni fisiche, mentali ed energetiche si mescolavano in una maniera nuova e armonica, in un modo tanto naturale e intrigante da sembrarmi impossibile.

C’erano domande nuove che nascevano costantemente in me e risposte che arrivavano in seguito a ogni esperienza, aprendo nuovi scenari e prospettive. Erano risposte semplici, profonde ed essenziali. Ogni esperienza era un viaggio fantastico da non perdere, dove la mente sveglia e lucida – insieme alla consapevolezza – presidiava e navigava divertendosi e nutrendosi di ciò che esperiva.

Mente e consapevolezza tenevano insieme il timone dell’esperienza, lasciando che altri piani di realtà a me sconosciuti si svelassero e si manifestassero in modo graduale, grandioso e sorprendente. Era come essere sulla cresta di un’onda, potevo godere ed esplorare la vita da una prospettiva molto più aperta e libera.

Inoltre, potevo interagire con quei piani di realtà e con i loro abitanti. Raccolsi moltissimo da ogni esperienza, stupendomi e riconoscendo la verità di ciò che raccoglievo. Conservo il quaderno con gli appunti e le annotazioni e ogni tanto lo rileggo, e ogni volta nuovi messaggi si svelano.

Il sistema di educazione e di apprendimento proposto dall’Istituto e da Robert Monroe funzionava sia per me sia per i miei compagni di corso, sebbene fossimo molto diversi per cultura, esperienze e trascorsi. Vivevamo forti emozioni, si piangeva, si rideva, ci si entusiasmava e ci si stupiva in un crescendo di esperienze. Nei momenti di condivisione il facilitatore favoriva lo scambio e l’apprendimento per evitare che cadessimo nel giudizio e nell’interpretazione soggettiva.

Era perfetto, rappresentava il mio ideale di scuola e di studio.

Ciascuno era protagonista del proprio viaggio,
sostenuto dall’energia del gruppo e dalla perfetta struttura del programma.

Avevo compreso appieno il significato di educazione dell’uomo attraverso gli stati di consapevolezza.

Il Gateway Voyage mi permise di affrontare da una prospettiva molto più oggettiva e libera convinzioni pre-costituite, domande fondamentali che mi assillavano da sempre. Sapere finalmente chi ero, da dove venivo e cosa volevo diventare durante questa vita fu eccitante. Scoprii nuove potenzialità della mia mente e iniziai a concentrarmi su obiettivi più precisi.

L’inaspettato era il mio compagno di viaggio, una sorta di sistema di verifica che mi permetteva di riconoscere che il materiale con cui avevo a che fare non poteva provenire dalla mia parte razionale, e in questo modo ero in grado di dare il giusto valore all’esperienza che stavo vivendo.

Potersi muovere in dimensioni dove il tempo e lo spazio non avevano significato, poter comunicare con esseri e intelligenze che mi conoscevano e che sapevano stimolarmi a nuove comprensioni attraverso messaggi e una nuova consapevolezza era diventato il mio lavoro quotidiano. Che bellezza!

Dopo il Gateway lasciai passare alcuni mesi. Volevo mettere alla prova la nuova consapevolezza acquisita, volevo vedere se avrebbe retto o se sarebbe sfumata nel nulla, lasciandomi immutato. Ero critico, non volevo illudermi – l’avevo fatto molte altre volte! – e temevo di ritrovarmi di nuovo al punto di partenza.

Sei mesi dopo la mia vita era la stessa,
ma al contempo tutto era cambiato.

Io ero cambiato.

La consapevolezza di chi ero e cosa volevo dalla vita mi accompagnava e mi guidava nelle piccole e nelle grandi scelte, portandomi a creare le condizioni per cambiamenti più importanti in modo armonico e naturale. Ero molto razionale e molto intuitivo, e ciò mi permetteva di leggere più a fondo il quotidiano, guidandomi nelle scelte in modo efficace.

Ora sapevo cosa significava riuscire a sincronizzare i due emisferi cerebrali secondo il metodo Hemi-Sync.

Feci altri corsi con l’Istituto Monroe, altrettanto importanti, e nel tempo creai le condizioni per cambiare lavoro, diventando un facilitatore del Monroe Institute. Avevo finalmente integrato le mie passioni e il mio percorso personale con le competenze professionali acquisite per percorrere un nuovo cammino: il mio.

Uno dei grandi meriti di Robert Monroe, a mio parere, è stato proprio mettere a disposizione degli altri ciò che aveva appreso attraverso un sistema efficace e accessibile a chiunque, senza avere per questo la pretesa di imporre la propria verità.

Una delle frasi che diceva spesso era:
«Non credere a me, ma verificalo per te stesso».

Grazie a un lavoro puntuale e certosino ha saputo mettere a punto un sistema educativo esperienziale basato su una tecnologia scientificamente testata e collaudata, perfettamente coerente con le antiche vie di conoscenza e le moderne ricerche sulle potenzialità dell’uomo e del suo cervello.

A dimostrazione di ciò, desidero condividere un aneddoto che lo riguarda: una volta un anziano monaco tibetano, incuriosito dalle attività dell’Istituto, decise di partecipare al corso base. All’inizio del terzo giorno, il venerabile monaco chiese insistentemente di parlare con Monroe. Il facilitatore, un po’ preoccupato dalla richiesta, contattò Monroe che si rese subito disponibile a incontrare il monaco.

Non appena i due si videro, il monaco lo redarguì dicendogli: «Ma lo sai cosa stai facendo qui?» Monroe, molto divertito, rispose che lo sapeva e che lo stava facendo da anni. Il monaco continuò: «No, tu non ti rendi conto! Qui ci sono persone che non hanno mai fatto un solo giorno di meditazione nella loro vita e che con questo corso riescono ad accedere a stati meditativi, cioè stati di consapevolezza, che i miei allievi possono raggiungere solo dopo molti anni di pratica giornaliera di meditazione, e seguendo una rigorosa disciplina monastica!» «Inoltre» continuò, «non fanno nessuna fatica e si divertono!» A quel punto il monaco sorrise a Monroe e, dopo essersi complimentato, cominciò a discorrere con lui sui diversi temi che li accomunavano.

La storia, pubblicata sul New York Times diversi anni fa, ebbe un epilogo ancora più interessante: il monaco, dopo aver completato con soddisfazione il corso, portò nel suo monastero in Canada la tecnologia Hemi-Sync per utilizzarla con i propri allievi.

Fin dalla costituzione dell’Istituto, Robert Monroe collaborò con università, ospedali e centri di ricerca, affinché questi organismi potessero contribuire allo sviluppo e alle applicazioni della tecnologia Hemi-Sync. Lo fece con grande abilità e saggezza, mettendo da parte le logiche dominanti del potere e del successo che caratterizzano il nostro tempo. Anche per questa ragione l’Istituto è poco conosciuto.

La sua struttura è semplice: la Divisione di Ricerca si occupa degli studi all’avanguardia, spesso in collaborazione con università e professionisti esterni, e i risultati di questo lavoro rappresentano il punto di partenza per la Divisione Educativa, che mette a punto i programmi esperienziali e li rende fruibili a chiunque; infine, una Divisione Professionale mette in comunicazione i professionisti (medici, psicologi, educatori, terapeuti) che collaborano con l’Istituto.

I diversi programmi educativi si basano su esercizi guidati e progressivi che utilizzano la tecnologia di sincronizzazione cerebrale integrata con metodi derivanti da altre discipline: training autogeno, tecniche di respirazione, tecniche di meditazione, psicoterapia, PNL, tecniche energetiche.

Il lavoro si attua in modo armonico e coerente all’obiettivo educativo del corso. Gli obiettivi dei corsi sono molteplici e ruotano attorno al concetto che noi siamo più del nostro corpo fisico. L’approccio è pragmatico e i partecipanti imparano a utilizzare diversi strumenti mentali per lavorare sia sul piano fisico sia su quello mentale e spirituale, scoprendo e lasciando emergere gradualmente nuovi aspetti del proprio essere e nuovi significati su ciò che sono e vogliono divenire, in un percorso graduale durante il quale ciascuno ha sempre il controllo consapevole di ciò che esperisce.

Questi corsi danno modo di acquisire nuove prospettive e possibilità, maggiore consapevolezza rispetto al proprio essere e a ciò che permette di evolvere e di godere appieno della vita.

Dopo molti anni di esperienze e diversi programmi frequentati all’Istituto, sono sempre più convinto della validità delle tecniche proposte da Robert Monroe, ma credo che il loro potere non risieda unicamente nei metodi: c’è qualcosa di speciale che proviene da altri piani di realtà, da energie superiori, che è stato messo a disposizione di tutti noi tramite e grazie a Robert Monroe, affinché l’essere umano possa accelerare il processo di risveglio (consapevolezza) e recuperare la grandezza di ciò che è il vero senso della vita.

Grazie, Robert!

Stefano Roverso
Residential and Outreach Facilitator,
Monroe Institute

Indice del libro

Prefazione di Stefano Roverso
Prologo

PARTE I DISTANZE VICINE
Capitolo I IL VECCHIO TRAFFICO LOCALE
Capitolo 2 HEMI-SYNC E ALTRO
Capitolo 3 IL PROGRAMMA GATEWAY
Capitolo 4 IL TEAM DI ESPLORAZIONE
Capitolo 5 NUOVE COLLABORAZIONI
Capitolo 6 SEGUE

PARTE II DISTANZE REMOTE
Capitolo 7 INDAGINI E SCHEMI
Capitolo 8 PUNTO DI CONTATTO
Capitolo 9 ROTTA ARCOBALENO
Capitolo 10 UN NUOVO AMICO
Capitolo 11 MISSIONE DI SALVATAGGIO
Capitolo 12 PROVA “PER SENTITO DIRE”
Capitolo 13 TRATTAMENTO SHOCK
Capitolo 14 UNA SEMPLICE LEZIONE
Capitolo 15 IL PIANO PROMESSO
Capitolo 16 IL RADUNO

Epilogo: Fine del Gioco

Appendici
I.Le esperienze fuori dal corpo: risposte alle domande più frequenti II. La psicofisiologia delle OBE di Robert A. Monroe
III. Le esperienze fuori dal corpo: fenomenologia

Robert A. Monroe
Viaggi Lontani – Libro >> http://goo.gl/gxJGiD
Esplorazioni fuori dal corpo
Editore: Spazio Interiore
Data pubblicazione: Luglio 2014
Formato: Libro – Pag 352 – 14×21,5 cm
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__viaggi-lontani-libro.php?pn=1567

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