Viaggio Astrale

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Viaggio Astrale

(di Luigi Paioro)

La pratica del viaggio astrale può verificarsi in due modalità: la prima (e
più comune) consiste nella presa di coscienza durante il sonno; la seconda,
nel volontario distacco dell’Eidolon a seguito di opportune pratiche di
rilassamento e induzione allo sdoppiamento.

Benché entrambe le modalità si fondano su una base comune, ovvero il
risveglio della Coscienza, possono essere stimolate sfruttando principi
differenti. Qui di seguito spiegherò tali principi.

– Presa di coscienza durante il sonno –

La presa di coscienza durante il sonno avviene, solitamente, dopo le prime
quattro ore di sonno profondo, ovvero quando il veicolo fisico si è già in
parte ritemprato e il riordino mentale è stato in parte già svolto. In
questa fase si comincia a sognare di più ed in maniera più lucida. Quello
che succede è che, osservando gli eventi, nel momento in cui ci si rende
conto che ciò che accade non è normale, allora ci si accorge di non essere
nel fisico ma in astrale. Infatti è proprio questa una delle ragioni per cui
dormiamo sognando e non viaggiando in astrale coscientemente: perché viviamo
l’illusione del sogno come fosse la realtà, il fisico.

Ora, per stimolare questo tipo di presa di coscienza è importante essere
realmente più coscienti anche nel fisico: l’illusione che viviamo da svegli
è la stessa illusione che viviamo dormendo, per questo non ci accorgiamo
della differenza. Quindi diventa urgente e necessario risvegliare la nostra
Coscienza. Risvegliare la nostra Coscienza vuole dire soprattutto essere più
presenti, pertanto è importante sforzarsi di porre come proprio centro di
gravità coscientivo il proprio sé qui e ora.

Laddove la nostra illusione e fantasticheria mentale ci proietta, là è la
nostra coscienza; quindi se viviamo proiettando il nostro pensiero al
passato o fantasticando sul futuro, immaginandoci alle Maldive o
costruendoci mentalmente ipotetiche situazioni di vita quotidiana, lì è la
nostra coscienza, imbrigliata in un turbinio di vani pensieri.

Quando si è più presenti, si è ciò che si è, e la nostra Coscienza è dove
noi siamo. Per essere più presenti occorre praticare frequentemente la
chiave SOL (domandarsi “Chi sono? Che faccio? Dove sono?” cercando di
rendersi conto veramente di tutto questo), vivere in continua
auto-osservazione, e sfruttare le chiavi di risveglio della Coscienza
mediante la sua alimentazione energetica. Quest’ultima può essere effettuata
attraverso la trasmutazione dell’Energia Creatrice, praticando, ad esempio,
molto spesso, durante la giornata, il Pranayama Egizio.

Quello che qualunque individuo può verificare su se stesso è che proprio
mediante l’alimentazione della Coscienza attraverso il Pranayama Egizio,
risulta essere più naturale e spontaneo praticare la chiave SOL e
l’auto-osservazione stesse, generando così un processo di mutua stimolazione
tra la Coscienza e i metodi di risveglio della stessa (e non è poco!).

Naturalmente tutto questo deve essere coaudiuvato da un diligente lavoro di
distruzione dell’ego che, anche in questo caso, è facilitato da quanto detto
prima. Se una persona si trova prigioniera in una stanza, come si può fare
per sentire cosa dice? Le cose sono due: o la persona urla più forte e si fa
in modo di rafforzare la sua voce per essere più efficace, o si
assottigliano le pareti della stanza e le si pratica dei buchi; la
condizione ottimale è abbattere totalmente le pareti della stanza e
rafforzare la voce della persona. Alimentando la Coscienza se ne rafforza la
voce, distruggendo l’ego la si libera dalla prigione.

Un esercizio utile è proprio quello di domandarsi continuamente: “sono nel
fisico o in astrale?”; vedrete quanto spesso questa cosa sembri dubbia anche
nel fisico. Questa abitudine a cercare di essere presenti si ripropone
durante il sonno, stimolando la presa di coscienza in astrale. Più coscienza
nel fisico per avere più coscienza in astrale.

– Sdoppiamento volontario –

Anche in questo caso l’essere più coscienti è condizione necessaria allo
sdoppiamento, ma durante la pratica vera e propria devono essere soddisfatte
anche altre importanti condizioni.

Sicuramente un adeguato rilassamento del corpo è una condizione
indispensabile alla pratica; è importante avere un minimo di sonno e non
avere stimoli esterni che possano inficiare la pratica di sdoppiamento
astrale. Questi stimoli esterni possono essere rumori vari, temperatura
inadeguata (troppo freddo o troppo caldo) e posizioni scomode.

Soddisfatta questa condizione allora si possono fruttare alcuni elementi
induttivi tipo dei mantra quali il FA-RA-ON, LA-RA-S, EGIPTO, TAI-RE-RE-RE,
ed altri ancora. Questi mantra hanno la funzione doppia di rilassare il
corpo e tenere concentrata e viva la Coscienza per restare padroni di sé
durante il distacco dell’Eidolon. Naturalmente si possono invocare Maestri o
parti del proprio Essere affinché favoriscano la riuscita della pratica.
Come Maestri si possono invocare Samael, Granadi, Baghavan Aclaiva,
Maravita, Morfeo, Oguara, Babaji, ed altri ancora; come parti dell’Essere si
possono invocare l’Intercessore Elementale o la Donzelletta dei Ricordi.

Un elemento importantissimo è, come sempre, l’immaginazione. Vorrei
approfondire un po’ questo tema in quanto risulta rilevante per comprendere
la radice comune di alcune tecniche di sdoppiamento. L’immaginazione ha il
potere di plasmare coscientemente e volitivamente il potere operativo.
Quando la nostra immaginazione è dominata da moti turbolenti dell’io,
diventa fantasia, fantasticheria. Ma tale fantasticare trascina dietro di sé
la coscienza, così come è stato spiegato in precedenza: laddove ci
immaginiamo d’essere, là è la nostra coscienza.

Da qui si spiega perché spesso la pratica di sdoppiamento implica un
esercizio di immaginazione da parte del praticante. Ad esempio, durante la
vocalizzazione dei mantra egizi FA-RA-ON e EGIPTO ci si può immaginare tra
le piramidi egizie; altre tecniche spiegano che ci si deve immaginare
fluttuanti a qualche decina di centimetri dal letto, altre in piedi nella
stanza, altre ancora in un qualche luogo. Questo perché nel momento in cui
noi poniamo la nostra coscienza in un punto preciso, allora il passo
successivo di migrazione dell’Eidolon in quel punto risulta facilitato.

E’ importante sottolineare come l’immaginarsi in un qualche luogo non debba
essere qualcosa di blando, ma spinto fino al reale convincimento di esservi.
Questa attitudine al completo convincimento immaginativo volontario è
qualcosa di indistinguibile dalla fede. Non è un caso se Lobsang Rampa si
domandava: “In fondo, che differenza c’è tra la fede e l’immaginazione?”. Da
qui si capiscono le parole di molti maestri quando affermano che bisogna
avere una fede d’acciaio, cosa che in effetti deve essere applicata ad ogni
pratica esoterica. Questa è la chiave di comprensione del potere della fede
che è immaginazione creativa e plasmante sotto la spinta volitiva.

Da qui nasce un altro importante punto, ovvero quello della motivazione
all’ottenimento dello sdoppiamento astrale indotto. Bisogna comprendere bene
quale sia il motivo che ci spinge a volerci sdoppiare in astrale. Vale la
pena spendere qualche ora di meditazione su questo punto, in quanto è solo
se si ha una motivazione forte all’ottenimento dello sdoppiamento che tale
pratica ha successo; questo per i motivi sopra esposti: una forte
motivazione, stimola l’entusiasmo che diventa fede incrollabile. Tale fede è
l’immaginazione attiva necessaria alla riuscita della pratica. Spesso il
fallimento in tale pratica dipende proprio dalla mancanza di una motivazione
forte, e quindi di un requisito fondamentale per dar forza al potere
dell’immaginazione. Qualcuno diceva che l’immaginazione è la cosa che più ci
rende simili a Dio… ci sarà un perché!

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