Viaggio nel “suono”- (intervista con Alessandra Benetatos) – di Roberta Piliego

pubblicato in: AltroBlog 0

< Viaggio nel Suono. Incontro con Alessandra Benetatos >

(di Roberta Piliego)

14 Febbraio 2003

visto su lista Sadhana > it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana

L’incontro con Alessandra Benetatos è un incontro di vibrazioni, frequenze e
armonie.
La vibrazione è già presente nell’origine greca del suo cognome, che
risuonando accompagna Alessandra nella ricerca di cui tutta la sua vita è
intessuta.

IL VIAGGIO

– Quando ha inizio il viaggio nel suono ?

“Consideriamo questo inizio come un inizio primordiale. Dal momento del
concepimento tutto è frequenza e suono, il suono della vita. Pensa che il
suono identificato nell’utero materno è simile a quello dell’universo.

E’ sempre la vibrazione del suono che scandisce la nostra vita”.

GLI STRUMENTI

– Quali sono gli strumenti utilizzati per quella che viene definita terapia
del suono?

“Il viaggio nel suono è strutturato in modo tale da consentire, alla persona
che si sottopone a questa terapia, di entrare in risonanza con le vibrazioni
prodotte da alcuni strumenti.
Questi strumenti sono campane tibetane, didgeridoo, bastoni della pioggia,
ocean drum e campane di cristallo. Naturalmente non bisogna dimenticare i
diapason, che possono essere passati sul corpo della persona, o direttamente
sui punti di agopuntura, in corrispondenza dei meridiani”.

– Con quale criterio scegli di utilizzare uno strumento rispetto ad un
altro?

“Il mio metodo è principalmente intuitivo. Percepisco il bisogno della
persona.
Se ha bisogno di radicare, utilizzerò la nota di fondo DO. E’ il caso di
persone con problemi intestinali e ossei, o di soggetti che, con poco senso
pratico, tendono a volare via.

Molto importante è il ruolo che la voce può svolgere. Al termine del
trattamento, affinché il radicamento sia più profondo, possono essere
recitati dei mantra. La voce resta in assoluto il primo strumento di
riferimento”.

– Questa riflessione sulla voce mi riconduce a parlare di canto armonico

“Il canto degli armonici, utilizzato dai monaci tibetani, evidenzia la
frequenza primaria della voce.

Un’ottava sopra questa frequenza ci sono gli armonici, ovvero le note
armoniche collegate alla nota di fondo. Gli armonici lavorano, con una forza
dirompente e con grande raffinatezza, sulle sfere sottili.

E’ bene ricordare che chi si occupa di comunicazione dovrebbe essere
consapevole e responsabile di come l’utilizzo del suono sia importante. Le
ultime pubblicità sono piene di flash di luci e di suoni che hanno lo scopo
di imprimere messaggi subliminali.

Basta pensare all’utilizzo di alcune musiche all’interno dei supermercati, o
agli effetti devastanti di una notte di musica tecno nelle discoteche.
Sicuramente le persone non ne escono armonizzate”.

RIACCORDARE IL CORPO

– Questo tuo racconto mi ricorda il gesto del musicista che riaccorda il
proprio strumento…

“Esattamente, questa terapia permette di accordare la persona come se fosse
uno strumento.
Per il principio di risonanza noi riusciamo a vibrare con una corrispondenza
tra note, frequenze principali e plessi energetici.
Per risonanza, la vibrazione prodotta dallo strumento coinvolgerà l’acqua
all’interno del corpo, le funzioni cerebrali e i due emisferi”.

IL SUONO COME TECNOLOGIA SOTTILE

– Possiamo parlare di una tecnologia sottile del suono?

“Sì, ne siamo immersi”.

– A proposito di tecnologia sottile, Gregg Braden, in ‘L’Effetto Isaia’,
parla di una vera e propria tecnologia della preghiera, capace di
intervenire sulla realtà modificandola.

“Certamente, questa consapevolezza è una grandissima responsabilità nei
confronti del pensiero, ovvero dell’intento di pregare e della sua
verbalizzazione e recitazione.

Il canto degli armonici è un’azione che calma e produce effetti sulla psiche
e sulla materia. Se canti OM in presenza di una lamina sottile di metallo,
sulla quale è disposta della polvere molto leggera, la polvere depositata
sulla piastra prende la forma del mandala dell’OM, riproducendo la sua onda
di forma”.

– Ora ho una domanda che forse ti sembrerà …particolare. Io so che tu sei l’
ideatrice di Opale, il centro olistico che da diversi anni dirigi, ma mi è
anche giunta voce di certi tuoi agganci ai piani alti…!

Si parla di una specie di tutor, una presenza angelica che illumina e
sovrintende l’attività del Centro. Puoi confermarmi queste voci?

“Vedo che le voci girano! A me piace pensare che questa presenza angelica,
affettuosamente definita “il Tutor di Opale” mi abbia accompagnata lungo
questo mio percorso. Tutti siamo accompagnati da guide e angeli, anche se
sta sempre a noi essere disponibili all’ascolto.

All’inizio di questo mio viaggio ho avvertito che qualcosa mi spingeva a
conoscere e a sperimentare il cambiamento sulla mia pelle. Solo più tardi,
quando ho compreso che attraverso il cambiamento, anche se doloroso,
avvenivano cose assolutamente magiche, ho sentito il desiderio di divulgare
il messaggio della trasformazione.

Di quella trasformazione che ti permette di lasciare la strada vecchia per
la nuova, quella che risuona dentro di noi…”

Approfondimento sul sito www.sublimen.com

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *