Vibrazioni per il cervello

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Vibrazioni per il cervello

Data articolo: dicembre 2008

Fonte: salute.agi.it

Semplici vibrazioni meccaniche ripetute incrementano funzioni cervello, migliorando il controllo
muscolo-articolare. Sono i nuovi e incoraggianti risultati di una procedura chiamata ‘Rmn’ (Repeated
Muscle Vibration), ottenuti in campo neurologico, ortopedico, nella stabilità degli anziani e nel
recupero dalla fatica in soggetti sani sono pubblicati sul numero di dicembre del Journal of
Neurological Science.

Gli studi sono stati condotti da ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Umana dell’università
Cattolica di Roma, in collaborazione con Fondazione Santa Lucia e Ebri, e gli atenei di Perugia e La
Sapienza di Roma. I fondamenti fisiologici e i risultati della procedura saranno presentati in
occasione del Seminario scientifico intitolato “La stimolazione propriocettiva, il controllo e la
riabilitazione motoria. Nuove evidenze cliniche e correlati neurofisiologici”, che avrà luogo
domani, sabato, alle 9.30 al Policlinico universitario Agostino Gemelli (Aula 716 promosso dal
fisiologo della Cattolica Guido Maria Filippi. Interverranno inoltre: Vito Enrico Pettorossi
(Istituto Fisiologia Umana dell’Università di Perugia); Filippo Camerota (Istituto di Medicina
Fisica e Riabilitazione, Universita’ La Sapienza di Roma); Diego Ricciardi (Dipartimento di Scienze
Gerontologiche e geriatriche – Policlinico Gemelli di Roma).

Il protocollo si basa su uno specifico strumento che sviluppa una sequenza di segnali meccanici di
piccolissima ampiezza, che vengono letti da specifici sensori nervosi presenti nei muscoli e inviati
al Sistema nervoso centrale. Ciò che appare essere una piccola vibrazione meccanica, è in realtà un
codice in grado di riprogrammare selezionate aree del sistema nervoso. Questa procedura è la prima
ad agire in modo semplice, non invasivo e persistente sui controlli nervosi dei muscoli.

Tale stimolazione, grazie agli studi condotti di Barbara Marconi (Fondazione Santa Lucia e EBRI) e
Guido M. Filippi (Università Cattolica), è in grado di modificare la funzione di specifiche aree
corticali di controllo motorio, attivando meccanismi in grado di favorire un netto miglioramento
delle funzioni motorie. Questi risultati (ora pubblicati sul Journal of Neurological Sciences) sono
stati osservati dai ricercatori Marconi e Filippi in soggetti sani, in pazienti affetti da esiti di
ictus cronico (spasticità), anche dopo anni dal danno e in soggetti over 70. Si tratta della prima
evidenza sperimentale dell’esistenza di una tale possibilità, per giunta ottenibile con una
procedura semplice, non invasiva, sostanzialmente priva di effetti collaterali.

La procedura basata su micro vibrazioni localizzate, cui i ricercatori hanno dato il nome di “Rmv”,
Repeated Muscle Vibration (mentre lo strumento per applicarla si chiama CroSystem), è stata messa a
punto dal professor Filippi, docente nell’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università Cattolica di
Roma. L’applicazione di particolari sequenze di micro vibrazioni meccaniche ad alcuni muscoli del
corpo è in grado di incrementare le funzioni di alcune aree del cervello, migliorando la funzione
muscolare. Il Protocollo: questa procedura molto semplice nell’esecuzione (il protocollo prevede
l’applicazione della micro vibrazione 3 volte al giorno, 10 minuti ogni volta, per 3 giorni
consecutivi ai singoli muscoli su cui si desidera agire) si è dimostrata in grado di produrre
effetti tanto positivi quanto sorprendenti in una gamma molto estesa di situazioni: in campo
neurologico, della riabilitazione post ictus e della spasticità e della flaccidità, nel controllo
del senso della fatica e del dolore e nella forza nelle persone anziane a rischio di caduta, nelle
patologie ortopediche. Questo potenziamento è “a lungo termine”, perché a fronte di minuti di
stimolazione, si mantiene nel tempo per settimane e mesi.

Il successivo utilizzo di tale potenziamento (fisioterapia, allenamento) consolida, rinforza e
mantiene gli effetti per mesi, in alcune situazioni per molti mesi. I risultati: in campo
neurologico, ortopedico, negli anziani e nei soggetti sani. Più in dettaglio, in campo neurologico
sulla base dei dati attualmente disponibili la Rmv con CroSystem si è dimostrata in grado di
incrementare il controllo motorio di ciò che residua da una lesione neurologica in soggetti che
abbiano conservato una motilità volontaria residua anche minima. Significativi anche i miglioramenti
in soggetti con forme spastiche (da ictus, da trauma), ma con residui di movimenti volontari.

In campo ortopedico la procedura è risultata molto efficace nelle situazioni in cui
l’immobilizzazione, a seguito di interventi operatori, o il dolore articolare spingono verso un
cattivo uso muscolare. Per esempio, studi preliminari condotti presso il Policlinico Gemelli di Roma
hanno mostrato riduzioni del dolore in artrosici gravi pari al 50% a sole 2 settimane dal
trattamento. Nelle persone anziane il trattamento della Rmv concentrata sui quadricipiti ha
determinato, negli studi finora effettuati dai ricercatori della Cattolica insieme ai colleghi
dell’Università di Perugia (Prof. Enrico Pettorossi) e del La Sapienza di Roma, in collaborazione
con il Comune di Roma, l’incremento di potenza pari al 70-75% e della stabilità del 30-35%.

In particolare, uno studio condotto su 200 over 65 dei Centri Anziani di Roma ha permesso di
evidenziare una diminuzione del rischio di cadute nell’83% dei soggetti e un ripristino della
normalità nell’89%. Il miglioramento delle performance muscolari non si limita solo ai soggetti
patologici o debilitati, ma si può estendere ai soggetti sani o a agli sportivi. Il trattamento ha
evidenziato incrementi della resistenza alla fatica pari ad oltre il 40% e aumenti della forza
esplosiva pari al 27% in individui giovani, non sottoposti ad alcuna forma di training nei mesi
precedenti lo studio e durante lo studio. “Per quanto possa sembrare estesa l’applicabilità della
procedura e sorprendente l’ampiezza degli effetti – spiega il fisiologo della Cattolica, Filippi –
si deve ricordare che, come evidenziato dagli studi condotti in collaborazione tra EBRI e Cattolica
di Roma, la procedura potenzia le reti nervose e i meccanismi che regolano il controllo muscolare,
minimizzando le contrazioni inutili (presenti nella spasticità, negli anziani che temono di cadere,
nei soggetti che non hanno acquisito un’adeguata ‘fluidità’ nel gesto atletico), favorendo il
reclutamento delle fibre muscolari (carente nei sedentari per abitudine o per immobilizzazioni
terapeutiche). Si tratta quindi di un’azione diretta e mirata su selezionate reti nervose, che
svolgono un ruolo primario nel controllare e coordinare ogni nostro movimento. Allo scopo di
eliminare ogni falsa aspettativa – avverte Filippi – occorre dire che il trattamento non può né
compiere miracoli, né sostituire la tradizionale riabilitazione. Il CroSystem e la rMV aprono nuove
e importanti porte alla fisioterapia che deve quindi intervenire in modo specialistico ed adeguato
al singolo paziente”. “Migliorare la funzione di specifiche aree dell’encefalo significa migliorare
il rendimento di quei nostri motori che sono i muscoli in termini di forza, di resistenza alla
fatica e di coordinazione. In particolare, una cattiva coordinazione si esprime nella spasticità, in
strappi muscolari, cattiva funzione articolare e da questa discendono dolore, artrite e artrosi.
Quindi agire sulla coordinazione significa agire sulla qualità della vita”, spiega il fisiologo
Filippi.

La micro vibrazione rMN con CroSystem ha parametri rigidi: l’applicazione della micro vibrazione 3
volte al giorno, 10 minuti ogni volta, per 3 giorni consecutivi ai singoli muscoli su cui si
desidera agire, tra i quali una frequenza di 100 cicli per secondo. Lo strumento consente di
produrre questa vibrazione e, soprattutto, di farla arrivare ai muscoli così come la eroga, senza
distorsioni eccessive. “Questa vibrazione localizzata a singoli muscoli – aggiunge Filippi – è uno
stimolo leggero, ma potente per le centinaia di sensori nervosi presenti nei muscoli. Questi
‘leggono’ i 100 cicli per secondo e li inviano ai centri nervosi che controllano il muscolo
trattato. La frequenza impiegata costituisce un ‘codice’ per questi centri, il cui effetto è un
potenziamento delle reti di controllo nervoso. Il Sistema Nervoso Centrale diventa ‘più bravo’ a
controllare e coordinare i fasci muscolari”.

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