Vishnu
L'”onnipervadente”, una delle tre grandi divinità dell’induismo insieme a Shiva e Brahma. Divinità
degli spazi, Vishnu è diventato il centro dell’attenzione di molte sette di devoti (vaishnava) dalle
molteplici credenze e pratiche.
Inizialmente Vishnu era una divinità minore (nei Veda è fratello di Indra). Nei Purana Vishnu assume
maggiore importanza: fedele al suo ruolo di conservatore, si dice intervenga nel mondo quando
l’ordine universale è minacciato per ristabilire il dharma (l’ordine delle cose) e salvare i propri
devoti manifestandosi nelle sue incarnazioni o “discese” (avatara) che secondo la tradizione possono
essere quattro, sei, dieci, ventidue o teoricamente infinite.
Si pensa attualmente che esse siano dieci: Matsya (pesce), Kurma (tartaruga), Varaha (cinghiale),
Narasimha (uomo-leone), Vamana (nano), Parashurama (Rama con l’ascia), Rama, Krishna, Buddha e Kalki
(l’incarnazione ventura). La presenza del Buddha in questo elenco mostra come il concetto degli
avatara sia stato usato per sincretizzare il culto di Vishnu con altri culti; inoltre le infinite
possibilità di manifestazione di Vishnu garantiscono che il dio continuerà a trasformarsi
assimilandosi e integrandosi con le divinità locali.
Oltre alle loro specifiche discese, tutti gli avatara sono contemporaneamente presenti, e restano
così disponibili ai fedeli; per questo tutti i templi vaishnava sono dedicati a specifiche forme del
dio.
Il Visnu vedico.
Divinità minore della religione vedica, Visnu è tuttavia presentato nel Rig-Veda come l’alleato di
Indra e il «salvatore degli dei». Questi sono combattuti, con successo, dai demoni comandati dal
gigante Bali; Visnu, sotto la forma di un nano, stringe con Bali il seguente patto:
Lo spazio riservato agli dei sarà compreso, gli dice, fra tre dei miei passi; il resto del mondo ti
apparterrà.
Il gigante accetta e Visnu varca il cielo con il suo primo passo, la terra con il suo secondo passo
e gli inferi con il suo terzo passo. Da questo il soprannome di Visnu: Trivikrama (Visnu dai tre
passi).
Visnu nell’induismo.
Il culto di Visnu si sviluppò nelle regioni indiane in riferimento a due incarnazioni (avatara) già
note alla religione vedica: Krisna e Rama.
Sembra oscura la ragione per cui Visnu sia diventata una figura di primo piano proprio nella
religione induistica, seppur conosciuta dalla letteratura vedica. É evidente, invece, come il
processo storico-religioso indiano abbia favorito l’accrescere progressivo dell’ascendenza mistica
di questa divinità.
Come abbiamo accennato, il culto di Visnu risulta dall’adorazione di Krisna e Rama. La figura di
Krisna va considerata sotto due aspetti: quello mitologico e quello di un personaggio realmente
esistito.
Krisna, dunque, sarebbe stato un principe dei Yadawa, abitatore della regione ad ovest del fiume
Yammà. Dopo la morte, egli sarebbe divenuto oggetto di venerazione da parte del suo popolo, e
sarebbe stato considerato come incarnazione di Vasudeva, divinità popolare che venne poi
identificata con Visnu. Se consideriamo Krisna sotto l’aspetto mitologico, allora è da ritenersi una
divinità originaria, conosciuta come «mandriano» (Gopàla), adorata da una tribù di pastori, la quale
acquistò in seguito un’importanza fondamentale nel culto induistico e pervenne ad una popolarità
ineguagliabile. Krisna, vivendo insieme a delle pastorelle che faceva danzare al suono del suo
flauto, ne amò più di mille, ostentando le più raffinate pratiche erotiche. La sua prediletta era
Radha, dal popolo venerata come sua sposa e amante preferita. Krisna morì ormai vecchio in una
leggendaria circostanza: scambiato per una gazzella, fu ferito mortalmente da una freccia scagliata
da un cacciatore, che lo colpì nel tallone, unico punto vulnerabile del suo corpo. Morto, salì al
cielo, dove riprese la divina sembianza di Krisna.
Attributi di Visnu nell’induismo.
Il dio dimora nel Vaikuntha, in cima al monte Meru (l’Olimpo dell’induismo), sempre pronto a
rispondere alle preghiere di coloro che gli offrono dei sacrifici.
Egli ha due spose: Lakshmi, dea della bellezza, e Bhumi-devi, dea della terra; la sua cavalcatura è
l’uccello mitico Garuda. Egli ha come attributi la conchiglia, il disco, la mazza e il loto. Viene
rappresentato in genere sotto forma di un giovane uomo a quattro braccia, con ogni braccio che
brandisce uno dei suoi attributi, o anche steso, mentre riposa su Cesha, il serpente dalle mille
teste.
Gli avatara di Visnu.
Visnu è un dio essenzialmente passivo. La respirazione di Visnu determina i cicli (kulpa) del mondo.
Alla fine di ogni kulpa, il male trionfa nell’ universo.
Allora Visnu esce dalla sua meditazione eterna e si incarna in un uomo, o in un animale, per lottare
contro il male; queste incarnazioni sono chiamate avatara (avatara = «discesa»). Può anche delegare
soltanto una parte di se stesso: è il vyuha o «spiegamento parziale».
I testi classici citano dieci avatara di Visnu, ma l’immaginazione popolare ne ha proposti molti di
più.
Rama, sua moglie Sita e suo fratello Lakshmana subiscono un esilio di 14 anni nel corso del quale
Sita è rapita dal re demone di Ceylon, Ravana, che, in seguito ad una lunga guerra, è vinto
dall’eroe Rama, depositario dalla nascita di metà della potenza divina di Visnu. Dopo aver
recuperato la moglie, l’eroe la ripudia perché l’opinione pubblica l’accusava di essere stata
sedotta da Ravana; Sita si rifugia in un monastero e dà alla luce due bambini. Quando questi
raggiungono l’età di 15 anni, Sita muore e Rama la segue nella morte.
Le incarnazioni di gran lunga più note e più venerate sono Rama e Krishna. La seconda, in
particolare, è diventata il centro di vari movimenti di bhakti, o di “devozione”, che rappresentano
Vishnu come dio che ama e che deve essere amato. La prima, come garante dell’ordine sociale e delle
istituzioni di famiglia e casta, incarna la funzione regale del dio.
Le raffigurazioni abituali rappresentano Vishnu seduto, con un’alta corona, e nelle quattro mani una
conchiglia, un loto, un disco e un bastone; dalla mitologia vishnuita derivano rappresentazioni
popolari di Vishnu addormentato sulle spire del grande serpente Shesha negli intervalli tra i cicli
di creazione. Soggetto comune delle rappresentazioni del dio sono anche i suoi avatara. Sua sposa
principale è Lakshmi (Shri), la benaugurale dea della fortuna, benché venga spesso rappresentato
anche con la seconda moglie, Bhudevi, la dea della Terra. La cavalcatura o veicolo è l’uccello
semiumano Garuda
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