Vita dopo la morte, e fantasmi

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Vita dopo la morte, e fantasmi

di Antonio Bruno

Dopo la morte, rinasciamo da una vita a un’altra vita, o i nostri
spiriti passano ad una vita eterna? Le filosofie orientali e
occidentali sono rimaste in disaccordo su questo punto per migliaia di
anni. Ma un’appassionante nuova teoria ha recentemente verificato,
proponendola per la prima volta, che ognuna di queste antiche
prospettive possono essere simultaneamente vere. Dopo il tragico
suicidio di sua moglie, Peter Novak si è immerso per 10 anni negli
studi dell’evidenza della vita dopo la morte. Vagliando numerosi libri
sulla mitologia, la psicologia, la religione, la scienza, come anche
sulla regressione di vite precedenti sotto ipnosi, esperienze di
pre-morte e rapporti di fantasmi ed apparizioni, Novak è arrivato a
formulare una teoria scientifica che da sola può benissimo
potenzialmente esporre tutti i fenomeni riportati della vita dopo la
morte, suggerendo che questi rapporti hanno tutti in realtà una base
comune. La sua Teoria della Divisione della Coscienza presuppone
infatti che la nostra psiche sopravviva alla morte del nostro corpo
fisico, ma che essa si divida in due parti, ognuna delle quali va di
proposito senza l’altra dentro una differente, diversa esperienza di
vita oltre la morte. La mente cosciente, conosciuta per millenni in
Oriente come Spirito, perde la sua memoria e si prepara a reincarnarsi
nella nuova vita. La mente inconscia, conosciuta per millenni in
Occidente come l’Anima, si intrappola in un paradiso o in un inferno,
nel mondo onirico oltre la vita progettato dalla sua personale
involontaria creazione. Questo spiegherebbe non solo le differenze tra
i molti punti delle grandi religioni nel mondo, ma mostra anche che le
intuizioni dell’umanità circa la sopravvivenza dell’anima hanno una
realtà separata e distinta dai conflitti filosofici della mente.

“Ahhhh, ahhhh, ah ! Sei il migliore ! Sei il migliore di sempre,
Peter, mi hai spiegato in un senso che posso capire. Ora tutto
comincia improvvisamente ad avere senso. Se c’è una divisione della
coscienza, questa potrebbe spiegare il “tapeloop” (la “registrazione
su nastro”, la proiezione ripetitiva del fantasma). Affascinante ! “
Art Bell, dando credito alla Teoria della Divisione spiega i
comportamenti dei fantasmi.

I rapporti di fantasmi sono un elemento universale dell’esperienza
umana. In ogni continente, Stato, cultura nel mondo ed in ogni età,
conosciamo tutto circa i rapporti degli esseri umani sugli strani
incontri con i fantasmi e le apparizioni. Malgrado la nostra moderna
società sia intellettualmente sofisticata e razionale, si valuta che
ogni giorno un’alta sorprendente percentuale di persone crede di avere
avuto personalmente un’esperienza di questo tipo, un’esperienza con
questi strani incontri. Qualsiasi cosa sia, QUALCOSA certamente è.
Ogni tentativo per spiegare la natura della morte potrebbe
indirizzarci verso queste anomalie. Molte delle più comuni
caratteristiche riportate dai resoconti dei fantasmi come la loro
condotta indifferente e ripetitiva, la loro apparente impotenza a
comunicare, il loro focalizzare un’intensa emozione intorno a luoghi
e/o passati eventi, come la sensazione di freddo e gli strani odori
che spesso li accompagnano, sono tutti lineari con le condizioni
proposte dalla Teoria della Divisione. Un inconscio disincarnato
dovrebbe infatti indifferentemente ed infinitamente ripetere le sue
passate memorie, focalizzando le più emozionanti ed intense, proprio e
solo come la più comunemente riportata forma di comportamento
spettrale. Non sarebbe in grado di comunicare, eccetto in una sorta di
comunicazione detta “Right Brain” (l’emisfero destro del cervello,
dove risiedono le facoltà artistiche e intuitive, sede anche dei
sogni), in cui avviene una formattazione delle informazioni usando
simboli e metafore di gran lunga più comuni che il preciso linguaggio,
e questo anche è precisamente ciò che noi troviamo essere la più
comune forma di comunicazione spettrale.

Un inconscio separato quindi. Cosa sono i Fantasmi? La Teoria della
Divisione suggerisce che l’anima disincarnata sia l’inconscio umano
che al momento della morte si separa dalla mente cosciente. Una
sorprendente simile visione, di un’anima che seguita a fare le stesse
cose automaticamente, priva di ogni auto-coscienza od ogni intelletto,
può essere vista nella maggior parte dei rapporti dei fantasmi che
continuano ad essere segnalati oggi così come negli ultimi 4.000 anni.
In tutto il mondo, ad ogni età, la gente muore. In tutto il mondo, ad
ogni età, la gente ha creduto nella vita dopo la morte. Ed in ogni
parte del mondo, ad ogni età, la gente ha raccontato di avere visto i
fantasmi. Oltre a queste tre, nessun altra sfaccettatura della morte
sembra essere assolutamente universale. Certe culture hanno la
credenza in un paradiso o in un inferno, altre hanno la credenza nella
reincarnazione. Oltre alla morte in se stessa e alla credenza in una
vita dopo la morte, solo i rapporti di fantasmi si presentano
potenzialmente come l’altra parte del limite estremo. Ogni giorno, in
accordo con le stime condotte dall’Università di Chicago (la National
Opinion Research Council), il 42 % di tutti gli americani e un
sbalorditivo 67% di vedove, crede di avere avuto un contatto
apparizionale con i morti. Di questi, il 78% ha raccontato di avere
visto un fantasma ed il resto crede di averne “sentito” la presenza.
Tali avvistamenti, se risultassero veri, sembrano in un primo momento
in contrasto con le aspettative della Teoria della Divisione, poiché i
fantasmi non sembrerebbero integrati nell’inconscio collettivo, ma
sembrerebbero invece conservare le loro separate identità, in qualche
maniera librarsi debolmente alla soglia del regno cosciente dei vivi.
Ekimmu: nell’antica Assiria, lo spirito cattivo di uno che era
rinnegato entrava negli inferi ed era condannato a vagare sulla terra.

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– The Enciclopedia of Ghosts and Spirits –

Leggende simili a questa, suggeriscono che i fantasmi sono l’eccezione
più che la regola nel regno dei morti, e questo può essere riscontrato
praticamente in ogni cultura del mondo. Così le anime, per qualsiasi
ragione che non conosciamo, sembrano o incapaci di comunicare coi
vivi, o ritrose di integrarsi con l’inconscio collettivo. Nel
Medioevo, la Chiesa Romana insegnava che i fantasmi erano anime
intrappolate in Purgatorio fino a che pagavano per i loro peccati, ed
è comune di trovare storie, nel folklore nativo di ogni popolo, che
raccontano come le anime dei morti diventino fantasmi solo attraverso
peccati o tragedie, quando qualcosa insomma è andato molto storto
nella vita. Mentre i fantasmi sembrano in qualche modo sfuggire
all’essere assorbiti dentro l’inconscio collettivo, essi tuttavia
presentano molte delle caratteristiche della Teoria della Divisione
predetta per un’inconscio separato, in modo da fornire ulteriore
supporto per le basi della “Teoria della Divisione” che il conscio e
l’inconscio si dividono a parte dopo la morte. I ricercatori hanno
notato che le apparizioni strazianti spesso sembrano avere un’emozione
legata al luogo dove sono viste.

Come “un singulto nel tempo”, le apparizioni dei fantasmi spesso
sembrano replicare ciclicamente o infinitamente eventi del passato. I
fantasmi sono comunemente riportati come se riproducessero in un film
alcuni traumi emotivi del lontano passato, si muovono in vestiti del
periodo storico in cui erano vissuti, spesso aderenti vestiti che
ormai non esistono più. Tali apparizioni, i ricercatori suggeriscono,
sono registrazioni soltanto inconsce che funzionano in automatico, non
possedendo una coscienza indipendente o l’ autoconsapevolezza che ha
una videoregistrazione di un uomo mentre sta parlando in televisione.
I fantasmi, specialmente gli spettri tormentati, di solito, ma non
sempre, non cercano di comunicare con altri. Tali fantasmi non parlano
generalmente, comportandosi come se fossero completamente ignari della
presenza dei viventi. Ma quando la comunicazione accade
occasionalmente, tende ad essere soggettiva in natura, spesso
coinvolgendo le immagini e/o i simboli; in breve, le spettrali
comunicazioni tipicamente trattano il classico ‘Right Brain’
(l’emisfero destro del cervello, dove risiedono le facoltà artistiche
e intuitive, sede anche dei sogni), dove si selezionano le
informazioni, mentre nell’emisfero cerebrale sinistro vi è la parte
cosciente ( la base delle facoltà analitiche e razionali). Comunicare
ad un fantasma, d’altra parte, sembra essere possibile (almeno in
determinati casi); i riti di esorcismo sembrano occasionalmente
convincere con successo un fantasma per andarsene.

La maggior parte dei fantasmi, tuttavia, quelli che infinitamente
ripetono gli stessi eventi, tende a non rispondere agli esorcismi, o
di qualunque altro tentativo di comunicazione. Ciò solleva il problema
se tali fantasmi possiedano della consapevolezza cosciente, o se sono
automazioni soltanto inconsce, registrazioni “psi” ignare del loro
stato. Mentre c’è poco consenso fra i ricercatori sull’idea se i
fantasmi abbiano o meno dell’intelligenza cosciente obiettiva, una
delle scuole più dominanti di pensiero nel campo sostiene che non lo
è, molto attinente proprio con la Teoria della Divisione. Notando che
le apparizioni sembrano spesso sonnambule, il pioniere delle ricerche
psichiche F.W.H. Myers aveva suggerito nel secolo scorso che i
fantasmi sono realmente i sogni inconsci dei morti, in qualche modo
resi visibili. Anche se l’universalità dei rapporti dei fantasmi
suggerisce che ci possono effettivamente essere almeno alcune anime
che non entrano affatto nell’inconscio collettivo dopo la morte, i
fantasmi ciò nonostante sembrano esibire molte delle caratteristiche
della Teoria della Divisione che predice la coscienza sia separata in
due parti e che l’inconscio sia quindi disincarnato.

La maggior parte di questi rapporti non esibiscono intelligenza o la
coscienza obiettiva, ma compare preferibilmente come automazioni
indifferenti che riproducono proprio come un film le loro basi
inconsce, le loro memorie passate emotivamente caricate
dall’esperienza. Il soggettivo, la natura destra del cervello base
della comunicazione spettrale, quando essa accade, suggerisce
ugualmente che i fantasmi stanno funzionando soprattutto con il loro
inconscio. I punti freddi segnalati spesso vicino ai fantasmi
sembrano, alla luce della Teoria della Divisione, tradire la
sensazione costante di freddo che sarebbe logicamente sperimentabile
da un’ anima spenta. Ed in quanto all’odorato si pensa che esso sia il
più subcosciente ed istintuale dei cinque sensi naturali dell’umanità;
la frequenza con cui i profumi e gli odori sono segnalati negli
avvistamenti dei fantasmi sembra rinforzare anch’essa il suggerimento
che i fantasmi funzionano soprattutto dentro e fuori (a metà strada
quindi) l’emisfero inconscio della realtà.

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