di autore sconosciuto
Che cos’è la vita?… E’ nato un bambino. Potete vedere la sua vitalità, sentire il calore del suo
corpo, ascoltare il suo pianto. Tutte le sue funzioni vitali sono a posto. A volte é sveglio, a
volte è addormentato; beve il latte di sua madre e lo digerisce. Negli ultimi nove mesi é stato nel
grembo di sua madre sviluppando il suo piccolo corpo e adesso è nato e continuerà a crescere giorno
dopo giorno. Diventerà più grande e più pesante e i suoi lineamenti cambieranno. Crescerà più forte,
più proporzionato e più coordinato e un giorno sua madre dirà: “Come é diventato grande! Non è più
un bambino”.
Gli esseri viventi nascono e muoiono e nel frattempo crescono, si fermano per un po’ di tempo,
generano dei figli, poi declinano e l’intero processo termina con la morte.
E che cos’è la morte? … L’altra notte alle 23.31 è morto il sig. Gerald Smith. Il polso e il
battito cardiaco si sono fermati, i polmoni si sono chiusi e la temperatura corporea é precipitata.
Il dottore di guardia ha fatto tutto quello che poteva e, rendendosi conto che le funzioni vitali
del paziente erano cessate, ha dichiarato morto il sig. Smith.
“Gli esseri viventi nascono e muoiono”. Quale potrebbe essere un’asserzione filosofica più profonda?
Undici anni fa ero uno studente universitario che seguiva un corso di introduzione alla filosofia.
Quando udii questa asserzione dal mio professore, fui colpito dalla sua gravità e dalla sua verità.
Per la prima volta nella mia vita, mi resi conto chiaramente: io sono un essere vivente e morirò
presto.
In quel momento mi vennero in mente alcune domande importanti, domande sulla morte e sullo scopo
della vita. Ora, dopo aver studiato la Bhagavad-gita (il corso di filosofia impartito dall
‘insegnante originale, Sri Krishna), sto trovando le risposte a queste grandi domande. Queste
domande e le loro risposte devono essere importanti per voi quanto lo sono per me perché trattano di
qualcosa che abbiamo in comune. Noi siamo tutti esseri viventi destinati a morire.
Desidero presentarvi qui le verità essenziali riguardanti la vita e la morte che ho appreso dalla
Bhagavad-gita, sotto la guida del mio maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada. Naturalmente ci sono state ricerche scientifiche e indagini filosofiche sulla vita e la
morte ma a quanto pare in realtà nessuno ne sa molto.
Immaginiamo di aprire un dizionario per cercare che cos’é la “vita”. Secondo il Webster, é “il
principio o la forza per mezzo del quale gli animali e le piante vengono mantenuti per compiere le
loro funzioni e che distingue con la sua presenza l’animato dalla materia inanimata”. Già ma che
cosa sono il “principio o la forza”? Le enciclopedie offrono tutti i tipi di definizioni erudite ma
la maggior parte di esse riconoscono semplicemente che é difficile definire la vita.
“La composizione chimica del protoplasma è nota” sottolinea un’enciclopedia “ma non si sa che cosa
gli fornisca le qualità vitali”. A volte le enciclopedie cercano di definire la vita elencando i
suoi sintomi esteriori: se una cosa cresce, si riproduce e così via, é viva.
Ma di nuovo che cos’é quel principio che determina caratteristiche come la crescita e la
riproduzione? Cos’é quella forza senza la quale un essere vivente diventa cadavere? Questa é la cosa
che gli esperti non possono assolutamente identificare, non riescono a capire che cosa sia. E se voi
o io lo chiedessimo a un professore universitario, con ogni probabilità otterremmo lo stesso tipo di
risposta, una risposta che elude il vero problema. E ci immergeremmo forse nello studio della
biochimica, del metabolismo, della termodinamica o del linguaggio della genetica.
A volte gli scienziati sostengono che la vita é un “fenomeno che si presenta in natura quando i
componenti chimici adatti si combinano con precisione in condizioni adatte e stabilite”. In effetti
questo é il succo di gran parte delle teorie scientifiche sulla vita: ma quanto sono scientifiche?
La metodologia propria agli scienziati richiede che ogni teoria venga supportata dalla
sperimentazione e dall’osservazione. Nessuno scienziato però ha mai osservato la vita generarsi
spontaneamente dai componenti chimici. Non conoscere qualcosa é una questione, ma non conoscere e
far credere di sapere, è tutt’altra questione: ingannano. Queste pseudo autorità scientifiche
imbrogliano quando sostengono che la vita trae origine dalla materia.
Tuttavia gli scienziati continuano a raccontare la loro storia: “Un tempo, molto tempo fa, la vita
nacque da un brodo chimico casuale” e si suppone che gli crediamo. Ma chiedete loro di andare in
laboratorio e di uscirne con qualche prova clinica; vi diranno che la vita nacque molte, molte ere
fa, per caso. Hmmm. Questo é certamente singolare ma almeno si concilia bene con le loro teorie.
Oggi ovviamente le cose non vanno in questo modo. Chiunque sa (almeno ai nostri giorni) che gli
esseri viventi nascono da altri esseri viventi e ciò nonostante i nostri scienziati eruditi
persistono nel tentativo di dimostrarci che la vita cosciente proviene dalla materia inanimata.
Quando però creano una riproduzione delle condizioni che possono essere esistite sulla terra x
milioni di anni fa e cercano di creare la vita falliscono. A volte sostengono di aver sintetizzato
determinati amminoacidi, “i pilastri della vita”, ma questa non é la vita. C’é una grossa differenza
tra un amminoacido e un essere vivente cosciente. “Presto un giorno”, giurano ostinatamente,
“Creeremo la vita chimicamente”, ma ciò che vediamo ogni giorno è che la vita viene dalla vita. Due
insetti creano più insetti, lo scienziato e sua moglie hanno dei bambini e così via. Ma dove vediamo
la vita nascere dai componenti chimici?
Come possono gli scienziati anche solo tentare di provare con esperimenti che la vita é nata
spontaneamente dalla materia? Riflettete: essi stessi sono vita, sono esseri viventi, così tutti i
loro tentativi di dimostrare che la vita viene spontaneamente dalla materia sono contraddittori
perché sono gli stessi scienziati che conducono gli esperimenti.
CHI PIANTA IL SEME?
Non tenendo conto di come la vita possa essere iniziata nell’universo, l’evidenza scientifica mette
in chiaro una cosa: la vita non può nascere per caso, da una combinazione chimica; deve essere
entrato nel quadro un essere vivente dotato di intelligenza per condurre l’esperimento o per
combinare i componenti chimici, per piantare il seme o per far schiudere l’uovo. Quindi anche se
degli scienziati che vogliono provare che la vita viene dalla materia, dovessero riuscire a creare
la vita (ovviamente è impossibile, ma se, tanto per dire, qualcuno lo facesse) dovrebbero in realtà
affermare che la vita viene creata da un essere molto intelligente in condizioni controllate. In
altre parole proverebbero che la vita viene dalla vita non dalla materia. Ed è proprio ciò che la
Bhagavad-gita va dicendo da migliaia di anni.
Come spiega la Bhagavad-gita, l’origine della vita é la vita: la vita suprema, Krishna: “Io sono la
sorgente di ogni cosa, materiale e spirituale”, dice Sri Krishna, “L’energia spirituale vivente e
quella inanimata, l’energia materiale, sono emanate entrambe da Me”.
Gli scienziati materialisti vorrebbero che noi accettassimo il concetto privo di fondamento che la
vita provenga dalla materia (sebbene non sappiano dire da dove venga la materia). Ma la
Bhagavad-gita ci dice che “Sri Krishna é la vita originale, la sorgente di ogni cosa sia animata che
inanimata”. In altre parole tutto (animato o inanimato) viene da un’unica sorgente vivente. La vita
e la materia sono solo due energie differenti di Dio, la Persona Suprema, proprio come la luce e il
calore sono due energie del sole.
QUAL E’ LA DIFFERENZA
Nel 1968 il mio maestro spirituale Srila Prabhupada parlò ad una riunione di docenti e studenti al
M.I.T.: “Sebbene voi abbiate tante branche di sapere”, sottolineò, “Non avete ancora scoperto cosa
rende differente un corpo vivente da un cadavere”.
Come tutti sanno, a un cadavere manca qualcosa di essenziale, qualcosa che lo distingua da un corpo
vivente. “Qual é la facoltà di insegnamento che studia questa cosa essenziale?”, Srila Prabhupada
sfidava. Sfortunatamente malgrado la loro conoscenza del corpo fisico e dei suoi meccanismi, i
nostri scienziati moderni non conoscono l’anima vivente. Invece é l’anima che dà vita al corpo.
Senza l’anima il meraviglioso corpo materiale è inutile, pronto per essere bruciato o sotterrato.
Nonostante le loro pretese e le loro promesse gli scienziati di oggi non sembrano essere in grado di
dirci niente sulla vita, sulla nascita o sulla morte. Ma le Scritture Vediche dell’India non sono
così deludenti; al contrario sono perfettamente scientifiche.
Riflettete, per esempio, sulla spiegazione Vedica della nascita:
“Sotto la supervisione di Dio, la Persona Suprema, un’anima spirituale vivente entra in una
particella di seme che viene poi iniettato all’interno dell’utero della madre durante il rapporto
sessuale”. Se le condizioni all’interno dell’utero sono favorevoli, l’anima rimane e il seme si
unisce all’ovulo. Poi, per la presenza dell’anima, si sviluppa l’embrione. Quando il corpo si è
pienamente sviluppato (dopo circa nove mesi), il bambino esce dall’utero materno: questa è la
nascita.
Se non ci fosse l’anima vivente, l’embrione non potrebbe crescere e svilupparsi. In poche parole, la
materia non può crescere e svilupparsi senza l’energia vivente dell’anima.
E per quanto riguarda la morte? … Quando l’altra notte é morto il sig. Smith alle 23.31 tutte le
sue funzioni vitali si sono fermate. Il polso, il battito cardiaco e il respiro si sono fermati, la
sua vitalità é improvvisamente svanita. Che cosa é successo? Che cosa succede al momento della
morte?
“La morte è assenza di vita”. Gli scienziati concordano su questo. Ma non hanno neppure una vaga
idea di che cosa sia la vita.
Quindi un’ appropriata definizione “scientifica” di morte potrebbe essere
“Morte é assenza di vita (qualunque cosa essa sia)”.
Senza dubbio la morte é assenza di vita e la Bhagavad-gita definisce in modo chiaro cosa essa sia:
“VITA é l’anima eterna. E quando l’anima lascia il corpo…MORTE, assenza di vita”.
Come ho già detto, difficilmente qualcuno conosce oggi le verità sulla vita e la morte. Ma se
leggiamo la Bhagavad-gita le conosceremo tutte.
UN’IMPROVVISA MANCANZA DI LUMINOSITÀ
Alcuni membri della comunità scientifica accettano l’esistenza dell’anima eterna. Il Dr. Wilfred G.
Bigelow per esempio (un cardiochirurgo famoso in tutto il mondo e presidente del reparto di
cardiochirurgia vascolare del General Hospital di Toronto) dice: “I miei trentadue anni di chirurgo
non mi hanno lasciato nessun dubbio sull’esistenza dell’anima”.
Parecchi anni fa il Montreal Gazette citò le parole del Dr. Bigelow: “In certi casi capita di essere
presente al momento in cui la gente passa dallo stato vivente alla morte e si verificano alcuni
strani cambiamenti. Uno dei più evidenti é l’improvvisa mancanza di luminosità degli occhi.
Diventano opachi e letteralmente privi di vita. La domanda centrale è: Dov’é l’anima e da dove
viene?”
Il mio maestro spirituale apprezzò l’intuito del Dr. Bigelow. In una lettera a lui indirizzata,
Srila Prabhupada scriveva:
“L’anima é senza dubbio presente nel cuore dell’entità vivente ed é la sorgente di tutte le energie
di mantenimento del corpo. L’energia dell’anima pervade l’intero corpo ed è conosciuta come
coscienza”.
“Intraprendere “ricerche sull’anima” sarebbe certamente rimarchevole per il progresso scientifico.
Ma il progresso scientifico non sarà in grado di trovare l’anima. La presenza dell’anima può essere
accettata semplicemente da una comprensione che la dimensione dell’anima è la decimillesima parte di
un punto. Lo scienziato materialista non può misurare la lunghezza e la larghezza di un punto.
Quindi non é possibile allo scienziato materialista catturare l’anima. Potete solo accettare
l’esistenza dell’anima prendendola dal l’autorità Vedica. Ciò che stanno scoprendo i grandi
scienziati é stato da noi spiegato molto tempo fa”.
ALTI SACERDOTI
Gli scienziati moderni usano dati circostanziali per sostenere ogni sorta di teorie su cose che non
sono in grado di percepire direttamente (vedi per esempio le particelle atomiche e subatomiche).
Perché dunque essi non accettano l’evidenza circostanziale dell’esistenza dell’anima?
C’é una completa spiegazione sull’esistenza dell’anima nella Bhagavad-gita e una piena verifica
nella nostra esperienza quotidiana.
Gli pseudo scienziati che sostengono che la vita viene dalla materia, che nacque per caso, e che
muore assieme al corpo, sfidano non soltanto l’autorità Vedica ma persino il buonsenso e la loro
stessa esperienza pratica.
La Bhagavad-gita definisce la loro filosofia demoniaca: “I demoni dicono che non c’é nessun Dio che
dirige, che tutto in questo mondo é un prodotto dell’attrazione fortuita tra i vari corpi materiali”
(Bg. 16.8)
Questi demoni, mascherati da scienziati, vogliono indebolire il credo in Dio e nell’anima: “Non c’é
nessun Dio. Non c’è nessuna anima. La scienza é Dio e noi siamo gli alti sacerdoti”.
Sulla base di questa filosofia la gente é diventata sempre più materialista e priva di fede. Abbiamo
iniziato a pensare: “Dunque non c’é Dio, non c’é anima e non c’é vita dopo la morte. Ciò significa
che non ci sono peccati e che non c’é karma. Quando il tuo corpo é finito, é finito tutto. Puoi
quindi fare tutto quello che vuoi”.
Ma, come dice la Bhagavad-gita: “Partendo da tali conclusioni, i demoniaci, smarriti e privi
d’intelligenza, si dedicano ad opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo.
Credono che godere dei sensi fino all’ultimo istante di vita sia la necessità principale dell’uomo.
Così la loro ansietà non trova fine”. (Bg. 16.9,11)
Abbiamo naturalmente un’altra possibilità. Possiamo seguire gli insegnamenti della Bhagavad-gita e
comprendere il fenomeno della vita e il processo della nascita e della morte. E alla fine ci
libereremo dalla nascita e dalla morte ed entreremo nella vita eterna.
Dipende da noi se seguire la scienza atea o la scienza dell’anima. Non facciamo perciò la scelta
sbagliata.
E’ una questione di vita o di morte.
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