Vitamina C contro i tumori
di: Mario Pappagallo
Data articolo: agosto 2008
Fonte: corriere.it
Alimenti che ne sono ricchi aiutano a prevenirli. Iniettarla ad alte dosi forse aiuta a ridurne la
crescita
Una spremuta di due arance fresche, un piatto di broccoletti lessati e conditi con olio e limone (o
alla pari broccoli, cime di rapa, friarielli, cavolo bianco o nero), un paio di bicchieri di vino
rosso, tè verde lontano dai pasti. Tutti i giorni è la migliore difesa dal cancro. Se si riesce con
l’aggiunta di una testa d’aglio quotidiana. Ma questo, si sa, crea problemi ai rapporti sociali. Il
segreto sono gli anti-ossidanti, e altri principi attivi, presenti in grandi quantità in questi
«alimenti-farmaco». In particolare la vitamina C, studiata da anni come prevenzione, e che ora
sarebbe stata consacrata anche come potente cura in varie forme molte aggressive di tumore.
ANTI-OSSIDANTE E POR-OSSIDANTE – Ma con un’accortezza: come anti-ossidante difende, come
pro-ossidante (ossia in grado di formare radicali liberi e non di combatterli) attacca. Ma per farla
diventare killer bisogna non mangiarla, ma iniettarla. Iniezioni di alte dosi di vitamina C. A dare
ragione alle teorie di Linus Pauling, Nobel per la chimica nel 1954 per le sue scoperte sui benefici
della vitamina C, è la ricerca pubblicata da Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas)
a firma di Mark Levine dei National Institutes of Health (Nih). Levine ha impiantato tre forme di
tumori molto aggressivi (del pancreas, delle ovaie, del cervello) in un gruppo di topi che sono
stati successivamente trattati con iniezioni di alte dosi di acido ascorbico (la vitamina C). I topi
trattati hanno evidenziato una crescita delle cellule cancerose pari alla metà di quelli non
sottoposti a terapia. Il peso e la crescita dei carcinomi sono stati ridotti del 41-53%. Precedenti
esperimenti che avevano usato vitamina C in forma di pillole non avevano avuto lo stesso successo.
TEST SULL’UOMO – «Siamo molto vicini a far scattare test analoghi sulle persone», ha detto Levine.
Esistono, infatti, sistemi naturali di controllo sulla quantità di vitamina C assorbita quando viene
introdotta per via orale. Se si consumano due arance e una porzione di broccoli, per esempio, si
introducono oltre 200 milligrammi di acido ascorbico: la dose ottimale e preventiva da assumere
giornalmente con la dieta. Tutto ciò che eccede, viene eliminato o immagazzinato dal corpo
attraverso speciali meccanismi. Ecco perché finora non si riusciva a capire se tanta vitamina C
poteva distruggere un tumore. Per by-passare i processi di controllo naturali e tentare di
introdurre nei topi alte dosi di vitamina C, oltre 4 grammi per chilo di peso corporeo ogni giorno,
gli studiosi hanno iniettato la sostanza direttamente nelle vene o nelle cavità addominali degli
animali ammalati. Così, per la prima volta, si è rilevato l’effetto pro-ossidante, invece che
anti-ossidante, della vitamina C. Ossia quei radicali liberi, causa dell’invecchiamento e del
cancro, usati finalmente come cura.
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