“Voi non conoscete la vera felicità”

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“Voi non conoscete la vera felicità”

(da Movimento Iskcon di Gennaio-Febbraio 2004)

Questo colloquio tra Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e uno studente si è
svolto nel primo tempio di Srila Prabhupada, un negozio sulla Seconda Avenue di New York, il 20
novembre 1966, dopo una lezione sulla Bhagavad-gita.

Srila Prabhupada (riassumendo la lezione): Quindi non c’è regola, non ci sono regole rigide per
cantare… Dovete solo farlo come raccomanda qui Krishna: sarvesu kalesu – sempre, ventiquattr’ore
al giorno. Sarete completamente al sicuro, anche in questa posizione pericolosa. Dovreste essere
consapevoli in ogni momento che questo mondo materiale è sempre una posizione pericolosa. Per
esempio, avete iniziato il movimento per la pace. Perché? voi pensavate: “Il pericolo si avvicina.
Il pericolo si avvicina.” Sì, in ogni momento, ci può essere il pericolo che venga dichiarata una
guerra e tutti questi giovani innocenti possono essere chiamati a combattere. Quindi per quanto
possiate pensare: “Siamo una nazione indipendente”, o qualsiasi altra cosa, dovete in ogni momento
ricordare che questo mondo materiale è sempre pieno di pericoli. E un posto pericoloso.
Perciò, per coloro che sono coscienti di Krishna, che sono devoti di Krishna
per loro, questo posto pericoloso non è adatto. Padam padam yad vipadam na tesam. Padam padam: ad
ogni passo c’è un pericolo. Questo posto non è adatto ai devoti del Signore. Padam padam yad vipadam
na tesam. Essi non sono fatti per restare in questo miserabile posto pieno di pericoli. Sì.

Abbiamo ottenuto questo bel corpo – questa forma umana dotata di una coscienza avanzata. Unitela
alla coscienza di Krishna e siate felici. Questa è l’essenza del nostro movimento. Traetene
beneficio e siate felici. Vi ringrazio moltissimo.

Studente: Qual è lo scopo del canto?

Srila Prabhupada: Cantare – il metodo del canto serve proprio a ripulire la mente. Avete sviluppato
molte idee sbagliate su voi stessi, su questo mondo, su Dio e sulle relazioni che intercorrono tra
questi soggetti. Siamo pieni di dubbi. Siamo in una posizione di completa ignoranza. Questo canto vi
aiuterà a ripulire la mente e allora comprenderete che il canto Hare Krishna non è differente da
Krishna.
Sì. Quindi all’inizio dobbiamo cantare. Qualunque sia la nostra posizione, non ha importanza. Se
cominciamo a cantare, il primo beneficio sarà ceto-darpana-marjanam: la mente verrà ripulita da
tutta la sporcizia. Ceto-darpana-marjanam.
Poi il livello successivo sarà bhava-maha-davagni-nirvapanam. Nel livello successivo le sofferenze e
le infelicità di questo mondo materiale cesseranno. Perciò dobbiamo progredire passo dopo passo, ma
ad ogni livello potete usare questo metodo – qualunque sia il livello. Non c’è bisogno di
qualificazioni preliminari del tipo: “Per cantare dovete prima arrivare a questo livello.” A
qualsiasi livello vi troviate, potete cantare. Sì.

Studente: Bene, in secondo luogo, non capisco del tutto bene come sia il mondo materiale.

Srila Prabhupada: Il mondo materiale è pieno d’infelicità e di sofferenza. Non lo capisci? Sei
felice?

Studente: A volte sono felice e a voltè no.

Srila Prabhupada: No. Non sei felice. Questo “a volte” è frutto della tua immaginazione. Proprio
come un uomo gravemente malato che dice: “Oh sì, sto bene.” Cosa significa questo “bene”? Sta per
morire – allora sta bene?

Studente: Non pretendo una grandissima felicità.

Srila Prabhupada: No, voi non conoscete la vera felicità.

Studente: È vero, quello che si prova guò essere più o meno forte.

Srila Prabhupada: Sì, voi non conoscete la vera felicità.

Studente 2: Bene, naturalmente, dolore o sofferenza possono dare sapore. Si può accettare un po’ di
sofferenza tra un momento di felicità e il successivo.

Srila Prabhupada: No. Il fatto è che ci sono differenti tipi di sofferenza. Questo dovremmo capire,
ma a causa della nostra ignoranza, non ce ne curiamo – proprio come fa un uomo che è stato
sofferente per un tempo molto lungo. Ha dimenticato cos’è la felicità. Ha dimenticato cos’è la vera
felicità. Allo stesso modo, anche se non te ne occupi, le sofferenze ci sono lo stesso. Considera
questo esempio. Ora tu sei giovane. Ti piacerebbe diventare vecchio?

Studente: Diventerò vecchio, in futuro…

Srila Prabhupada: Ora. Tu diventerai un vecchio. Sarai obbligato a diventare vecchio, anche se
questo non ti piace.

Studente: Non sono obbligato a diventare vecchio.

Srila Prabhupada: Sì. Sì. Obbligato. Sarai obbligato.

Studente: Non vedo perché.

Srila Prabhupada: Anche se non ti piace, sarai obbligato a diventare vecchio.

Studente: È una delle condizioni di . . .

Srila Prabhupada: Sì, è una condizione di sofferenza.

Studente: Non mi sembra sofferenza.

Srila Prabhupada: [ridacchia] No. Non ti sembra sofferenza perché sei giovane, ma chiedi a un
vecchio se soffre. Considera un uomo malato vorresti essere malato?

Studente: Non è proprio quello che cerco.

Srila Prabhupada: No, no. Rispondimi. Ti piacerebbe essere malato?

Studente: Che cos’è la malattia?

Srila Prabhupada: Non sei mai stato malato?

Studente: Ho avuto gli orecchioni, il morbillo e la pertosse… [risate] … quello che tutti hanno
sempre e poi si guarisce.

Srila Prabhupada: “Tutti ce l’hanno.” Tutti ora soffrono a causa della stagione invernale, Questo
non significa che ciò non sia sofferenza. Perciò dobbiamo riconoscere che siamo sempre sottoposti
alla sofferenza.

Studente: Se non avessi mai conosciuto la felicità, sono sicuro che non avrei neanche mai conosciuto
la sofferenza.

Srila Prabhupada: Questo è dovuto alla tua ignoranza. Noi stiamo soffrendo. Non vogliamo morire, ma
la morte c’è. Non vogliamo essere malati, ma la malattia c’è. Non vogliamo diventare vecchi, ma la
vecchiaia c’è. Sono tante le cose che non vorremmo e che ci vengono imposte forzatamente. E ogni
uomo ragionevole ammetterà che queste sono sofferenze. Se tu però sei abituato a queste sofferenze,
allora dici: “Va tutto bene.” Questa è una cosa diversa. Naturalmente però, a nessun uomo sano di
mente piacerà essere malato, né gli piacerà essere vecchio, né gli piacerà di morire. Vedi? Che
scopo ha questo movimento per la pace? Perché se ci sarà la guerra, ci sarà la morte. Per questo le
persone hanno paura. Stanno facendo manifestazioni: “Non vogliamo la guerra.” Allora pensi davvero
che la morte sia una cosa piacevole?

Studente: Non ho mai fatto questa esperienza.

Srila Prabhupada: Sì, l’hai fatta, ma te ne sei dimenticato. Molte volte sei morto -l’hai fatta
questa esperienza – ma te ne sei dimenticato. Dimenticanza. La dimenticanza non giustifica. Supponi
che un bambino abbia dimenticato la sofferenza, questo non significa che non abbia sofferto.

Studente: No. Sono d’accordo. Sono d’accordo.

Srila Prabhupada: Sì, la sofferenza c’è. Devi tenerti al giudizio delle anime realizzate, delle
autorità. Per esempio, nella Bhagavad-gita viene detto, duhkhalayam asasvatam: “Questo è un posto
pieno di sofferenza.” Perciò dobbiamo rendercene conto. Se non comprendiamo che questo posto è pieno
di sofferenza, non si può neanche desiderare di uscirne. Similmente, una persona che non si rende
conto della miserabile condizione di questo mondo – in realtà non è completamente matura. Proprio
come gli animali. Gli animali -loro non capiscono cos’è la sofferenza. Essi non capiscono. Essi sono
soddisfatti.

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