Vuoi lavorare meglio? Ascolta la musica

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Vuoi lavorare meglio? Ascolta la musica

Alcuni studi mostrano come ascoltare la musica (giusta) aumenti la produttività e aiuti a
memorizzare meglio (Stephen King docet)

di Eleonora Lorusso

17 novembre 2015

La si può ascoltare sempre e ormai pressoché ovunque (persino mentre si nuota in acqua), ma
soprattutto la si può scegliere in base all’umore e a ciò che si deve fare: c’è la musica che aiuta
a rilassarsi, quella che dà la “carica” al mattino e quella da “doping” che si ascolta mentre si
corre. Ma c’è anche la musica che può aiutare nel lavoro, a patto di saper scegliere quella giusta.

Secondo uno studio, curato dal neuropsichiatra Jamshed Bharucha e ripreso dallo scrittore Jory
MacKay, infatti, esistono alcuni generi e ritmi che sono ideali per aumentare la propria
produttività in ufficio, mentre altri sarebbero ideali per favorire la creatività. La musica,
infatti, permette di sincronizzare meglio alcune attività umane, arrivando anche a favorire i lavori
di gruppo. Una ricerca, condotta su un gruppo di bambini in età prescolare, ha mostrato come questi,
se accompagnati da musica, riuscivano ad eseguire dei compiti in modo migliore e sviluppando una
maggiore cooperazione tra coetanei.

La musica, infatti, riesce a stimolare una parte del cervello in grado di rilasciare dopamina, in
grado a sua volta di produrre la sensazione di motivazione e piacere. Si tratta della stessa
sostanza che viene prodotta quando si mangia il proprio piatto preferito o quando si hanno nuovi
followers su Twitter.

Ma allora come scegliere la playlist ideale per l’ufficio, dunque?

Per memorizzare

Secondo MacKay, ad esempio, se l’obiettivo è quello di memorizzare o imparare nozioni è bene puntare
sulla musica strumentale, quella senza (o con una minor) parte cantata. E’ il caso della musica
classica, ma anche di quella rock. Ascoltare questo genere di suoni, infatti, aiuterebbe a fissare
concetti e informazioni, imprimendoli nella memoria in modo più duraturo.

Per creare

Quando, invece, si deve “ideare” qualcosa o si ha a che fare con un lavoro creativo in genere,
sarebbe più adatto un ritmo basato sui 50/80 battiti al minuto, che consente di rilassarsi e dunque
essere più predisposti ad aprire la mente, stimolando la parte fantasiosa del cervello. Proprio
questo tipo di musica, infatti, indurrebbe nel cosiddetto “stato Alfa”, ovvero quello più adatto a
lasciare libero spazio alla creatività (oltreché a diminuire lo stress). Non è un mistero che anche
Stephen King ascolti la sua musica preferita (i Metallica, ad esempio) quando scrive i suoi
thriller.

Lavori noiosi

Se il proprio lavoro non prevede alcuna forma di creatività o, al contrario, è noioso e ripetitivo,
in questo caso qualsiasi genere musicale può rivelarsi adatto per migliorare l’umore e dunque anche
le condizioni di lavoro, magari proprio distraendo la mente: l’importante è che si tratti della
propria musica preferita.

Niente musica

Esiste, infine, una situazione nella quale la musica sarebbe invece da “bandire”: quando si è sotto
pressione, si deve affrontare un’emergenza in termini di tempo di risposte da fornire, secondo
MacKay sarebbe bene fare a meno di qualsiasi colonna sonora, per evitare distrazioni, seppure
minime, e ottimizzare la resa.

blog.crew.co/productivity-playlist/

da panorama.it

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